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Lettera a una sposa
Barbiana 12.04.56

 

"LETTERA A UNA SPOSA"

Questa lettera è stata inviata da don Lorenzo ad una sposa nel giorno delle sue nozze. I nomi sono stati cambiati.


Cara Giovanna, il motivo principale per cui un cristiano prende moglie è quello d'aver sempre tra i piedi una donna che gli ricordi giorno per giorno gli alti ideali per cui egli ha promesso di vivere e dai quali gli impegni di lavoro rischiano giorno per giorno di distrarlo.
Ecco perchè scrivo a te le cose che mi preme che Renato tenga presenti lungo il corso della vostra vita comune e della sua professione di medico.
Conserva dunque gelosamente questa lettera nel cassetto del tavolo di cucina e rileggila quattro volte l'anno, cioè al principio di ogni nuova stagione, per farci sopra l'esame di coscienza tuo e quello di tuo marito. Appena avrai una tua casa affacciati alla finestra e guardati un pò intorno.
T'accorgerai che il mondo è mal messo. Dio l'aveva creato preciso, aveva fatto gli uomini tutti poveri e tutti ignoranti. Gli uomini invece, non si sa come, si sono accordati per tirar su qualche decina di persone molto ricche e molto istruite e lasciar tutti gli altri come Dio li aveva creati.
Da questa violazione dell'ordine naturale son nati infiniti mali che non starò qui a elencarli perchè immagino che tu ne possegga già un chiaro concetto. Vedrai poi dalla finestra della tua casa, che in questo mondo infelice ricchezza e istruzione viaggiano sempre a braccetto. Chi è più istruito guadagna più quattrini. Chi ha più quattrini fa più studiare i suoi figlioli. E via di seguito in un circolo chiuso.
I signori ti diranno che non è vero e che un contadino guadagna più d'un professore. Ma tu non li credere. Rispondi loro: “Se è così andate a fare i contadini”.
Ma sarà meglio del resto che coi signori tu ti abitui a non parlare mai. I loro discorsi non sono mai seri, nè necessari, nè c'è mai verso d'impararne qualcosa.
Dicevamo dunque che ricchezza e istruzione vanno sempre a braccetto, ma (oh immensa grazia che Dio t'ha fatta) tu hai ora a braccetto un uomo che smentisce questa regola. Una di quelle rare eccezioni che perfino questo sbagliato e ingiusto mondo riesce talvolta a partorire.
I1 tuo Renato è figliolo d'un povero operaio. Anzi un pò meno che figliolo d'un operaio. E' figliolo della vedova d'un povero operaio. Anzi un pò meno che figliolo d'una vedova. E' uno dei quegli infelici cresciuti nell'inferno dei figlioli delle vedove dei poveri operai: il collegio. Un santo collegio fondato da un santo, ma non per questo meno un inferno di sofferenza.
Queste cose non sono ricordi tristi che bisogna tentar di scordare in questo giorno di gioia. Sono anzi le glorie della tua nuova famiglia. Le cose di cui dovrai vantarti ogni giorno tra le tue amiche. Titoli nobiliari che illustrano la tua casata.
Eppure questo morto di fame che hai sposato porta accanto al suo nome l'attributo di “dottore”.
Animale rarissimo come t'ho detto. La somma istruzione nella somma miseria.
C'è qui sul monte Giovi una ventina di ragazzi che non son mai stati a scuola. Non son stati a scuola perchè avevano da badare le pecore. Le pecore han fatto agnelli, cacio e lana. E un fattore ha spartito. Il mezzo che è restato a questi ragazzi è bastato appena appena per non farli morir di fame. L'altro mezzo, che è partito verso un palazzo di Fírenze, unito a molti altri mezzi è bastato per mantenere agli studi il Signorino. Il lavoro più pesante che egli abbia dovuto fare nel mondo è stato quello d'alzare la sua penna stilografica elettronica. La sua mente preziosa è un pozzo di scienza, i poveri che vanno da lui gli sganciano altri quattrini e lo rispettano.
Nessuno ricorda o nessuna sa che per far lui dottore questi miei bambini son rimasti analfabeti e bestiole tra le bestiole.
Giovanna. Come lui son quasi tutti i dottori fuorchè il tuo dottore.
Gli operai italiani versano il loro sangue in 400.000 infortuni sul lavoro l'anno e infinite malattie professionali e non ricevono nessun utile dal loro lavoro e dal loro martirio non possono far studiare i loro figlioli. Ma la gran maggioranza degli studenti universitari studiano alle spalle del loro sudore, del loro sangue, del loro analfabetismo.
Se quel diploma di laurea potesse parlare allora si vedrebbe i dottori travestirsi da contadini e strisciare furtivi lungo i muri, a capo basso, intimiditi dallo sguardo d'ogni povero che incrociassero per via. Il tuo Renato in quel giorno non avrebbe invece da darsi nessuna pena. Il suo titolo è titolo incontaminato. Per ora.
Ma badaci te, cara, fino a oggi è andata bene. Da oggi in poi la gloria della tua casa è attaccata a un filo. Siine tu la custode. Ogni giorno amici, colleghi, giornali, libri congiureranno per corrompere il tuo Renato, farne un dottore come tutti, farne un animale simile a loro.
Tu sola puoi salvarlo da questo disonore, ma bisogna che tu te ne faccia l'obbiettivo di tutta la vita, che tu sia costante in questo proposito, pronta al martirio, a tagliare senza pietà anche nel vivo delle tue stesse vanità e ambizioni.
In pratica? come faccio a prevedere le occasioni in cui ti troverai? Ti accenno qui due o tre di quelle che mi vengono in mente. Per le altre bisognerà che tu ti arrangi da te.
P. es. non farti dare del tu dalle spose dei dottori, dei maestri dei farmacisti del tuo paese. Tienle lontane dalla tua casa. Spia ciò che leggono e come vivono, ma solo per esser sicura di non leggere mai ciò che leggono loro e di non vivere mai come vivono loro.
Quando le cose v'andranno un pò per il verso e comincerà ad esserci anche qualche soldo d'avanzo non sognare elettrodomestici per la tua casa. Pensa piuttosto ad attrezzare un ambulatorio ricco di tutto ciò che può alleviare ai poveri spese e sofferenze.
Cercati le benedizioni dei poveri non tanto con le tue elemosine quantocon il vivere povera più di loro.
Quando il tuo Renato, timoroso di non averti fatta abbastanza felice, vorrà portarti a spasso per il mondo o in villeggiatura sii tu invece la prima a proporgli invece di comprare i libri di scuola ai figlioli delle vedove perchè diventino anche loro come lui i dottori dei poveri. Quando origliando all'uscio dell'ambulatorio sentirai il tuo Renato dire: qui ci vorrebbe custodimento, fa che nessuno possa dire di lui che ordinava bistecche ai poveri senza donarle. Non permettere che il tuo Renato si faccia scrupoli di solidarietà con gli altri dottori sulle tariffe.
Le tariffe preparale te giorno per giorno proporzionate solo alle tue necessità quotidiane scrupolosamente austere, scrupolosamente livellate colle necessità di casa delle spose operaie che vivono intorno alla tua casa.
Non permettere mai che il tuo Renato aderisca a scioperi contro la mutua.
La parola sciopero è sacra ai poveri, unica loro arma contro i signori. Stona in bocca ai signori dottori usata per combattere l'organizzazione della sofferenza dei poveri.
Ecc. Ecc. Ecc.
Ora non mi viene in mente altri esempi. Del resto spero che mi avrai già capito. Che farai che la tua casa sia povera e benedetta dai poveri e Dio penserà a tutto il resto. Se i poveri saranno con te, anche lui sarà con te e se Lui sarà con te di cosa hai paura? Camperà i tuoi figlioli e assicurerà il loro avvenire ben più sicuramente che un conto in banca o una polizza di assicurazione.
Se la tua fede è cosl poca da non credere queste semplici cose, cosa perdo tempo a parlare con te?
Ricevi ora i miei auguri affettuosi e nessuna benedizione.
Hai avuto stamani la benedizione del Padre che val più della mia. Cercati ora le benedizioni dei poveri che valgono più di quella del Padre e poi dormi serena tra quattro guanciali
tuo Lorenzo

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